Green Attitude nacque nella mia mente nel 2008, mentre camminavo tra i corridoi di una serra poco fuori Milano. Passai un’intera giornata immerso nel verde, nel caldo artificiale di tende di plastica spessa e opaca e pareti di vetri appannati. Ero alla ricerca di qualche scatto adatto a completare un lavoro dal titolo “Di serra”. Scattai molte fotografie, la maggior parte delle quali erano inquadrature close-up: mi avvicinai molto a piante e fiori seguendone le forme armoniose e dolci, simili a corpi che posavano senza mai stancarsi, immobili in quell’unica posizione, in perfetta simbiosi con l’ambiente circostante. Poi spostai l’attenzione sulle strutture in ferro, sui corridoi di bancali e sulle pareti trasparenti, ma che al momento non sembravano avere alcun collegamento con il mondo floreale, se non quello di protezione. Fu in quel preciso momento che l’idea di accostare fiori, piante e strutture alla danza arrivò in maniera naturale. Al termine di quel lavoro, tuttavia, abbandonai l’idea in attesa del momento giusto per realizzarla. A distanza di circa tre anni, lavorando su un reportage dedicato ai corsi di danza classica e moderna a livello amatoriale finalmente “Green Attitude” prese forma e struttura. In questo progetto la danza si fonde in maniera naturale con le piante e i fiori, all’interno e all’esterno di location che cambiano ogni volta: serre e vivai, polmoni artificiali sparsi ovunque, oasi di un verde perenne che non conoscono stagioni. Danzatrici e danzatori si alternano sui vari set e tra gli scatti che andranno a formare i dittici fotografici ufficiali, ci sono questi che resteranno singoli, memoria visiva di quanto è stato creato insieme.